La paura va vinta perché cattiva consigliera

È esemplare come il mainstream mediatico sia riuscito in pochissimi giorni a far dimenticare l’attentano alla vita di Donald Trump. Un fatto che, per la sua gravità, avrebbe dovuto far sorgere, oltre che inquietanti interrogativi nell’opinione pubblica mondiale, sconvolgenti ripensamenti nel modo di condurre la lotta politica all’interno della società statunitense.

Nulla di tutto ciò. Quiete assoluta e artatamente fatto cadere nell’oblio il tentato omicidio di un candidato alla presidenza degli States. Gli europei e gran parte degli stessi americani vivono all’interno di una gigantesca bolla nella quale la narrazione è sempre a senso unico. Guai a porsi interrogativi, a farsi domande. La narrazione non ammette crepe e chi non la condivide è automaticamente bollato come complottista, terrapiattista, psicologicamente instabile; insomma un reprobo da mettere al bando.

Il disegno accarezzato dagli “illuminati” che da anni governano l’Occidente sta clamorosamente fallendo, ma nonostante ciò essi non demordono e persistono fiduciosi di piegare le masse (i popoli) ai loro voleri.

Se sostiamo un attimo a riflettere ci rendiamo conto che la tecnica usata dai nazisti per assicurarsi il consenso del popolo tedesco, vale a dire la paura, è la medesima adottata dagli “illuminati” in questi ultimi anni.

Dal timore del virus s’è passati a quelli del clima, della guerra alle porte di casa, di un’annunciata nuova pandemia, della mancanza di cibo (da sostituire con farine di grillo e assimilati). È stupefacente come gli apologeti del mainstream annidati nelle redazioni dei “giornaloni” siano riusciti, con l’uso strumentale della parola, a mistificare la realtà finendo per definire i ricchi russi oligarchi e tutti gli altri filantropi.

Ma come si fanno a celebrare personaggi nefasti come Soros, che ha finanziato l’ingresso in Europa di milioni di persone aliene alla cultura occidentale, come l’economista Schwab, che ha lanciato il reset con l’Agenda 2030, o come Attali che predica il transumanesimo?

Con la globalizzazione e il verde (green) assunto a ideologia si sono persi milioni di posti di lavoro. Con l’esasperata corsa verso il più fanatico laicismo s’è resa ancor più vulnerabile la figura della donna.

Per rispetto verso l’uomo occorre una radicale inversione a 180 gradi di tutte le politiche attuate negli ultimi trent’anni.

Occorre soprattutto ripristinale la gerarchia dei valori rimettendo all’apice quello che si chiama “timor di Dio”. Un’azione che deve essere personale prima ancora che pretesa dai detentori del potere.

L’umanità ha fatto esperienza (negativa) dell’adorazione “del vitello d’oro”. Sotto l’ombrellone o lungo un sentiero di montagna, in queste assolate giornate ferragostane, potremmo e dovremmo ritrovare la forza di ritornare in noi stessi per guardare verso il cielo.

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